mercoledì 11 febbraio 2015

Da Berghem

Il Grifone Fragile





«Che cos’è il tifo? E’ una sorta di fede laica [...] nasce da un bisogno forse infantile ma pur sempre umano di identificarsi in un gruppo che ha come fine la lotta per la vittoria contro altri gruppi. Questo desiderio primario può essere contenuto in una rivalità sportiva o sconfinare nel fanatismo, ma questo penso sia un problema che in parte deriva dal carattere dei singoli, in parte dall’educazione che i singoli ricevono dalla società. Voglio dire che un individuo facilmente influenzabile, a cui la società insegna continuamente che la vita è soltanto una lotta a coltello per la sopravvivenza, facilmente diventerà un fanatico e nel momento in cui ipotizzerà la sconfitta della propria squadra in cui si identifica per un bisogno di protezione, considererà tale sconfitta, sia prima che la sconfitta si verifichi, per scongiurarne sia dopo che si è verificata, per vendicarsi...Il fattore “fanatismo” anche questo deriva dai pessimi esercizi e dai cattivi insegnamenti degli oligarchi e della civiltà dei consumi».

Non è un politologo o un sociologo che parla: è un cantante che ha sempre fatto della coerenza una regola di vita. E’ quella persona che ha rifiutato l’abbonamento onorario in tribuna d’onore al Genoa per la stagione 1998-99. E’ quella persona che invece di scegliere la via dritta della carriera paterna ha deciso di vivere di canzoni, che ha deciso, in un certo senso, di allontanarsi dalle orme di famiglia, come un moderno Francesco che restituisce le ricchezze al padre e si riveste di un solo saio.

Fabrizio De Andrè […] rientra in quella finora innominabile categoria senza genere di geni, di poeti, filosofi, persino martiri, che hanno amato e amano il pallone. Gli insospettabili. Gli insoliti noti. 
Genoano sfegatato, al limite della sanità mentale. Una genoanità che è genovesità nel momento in cui questa passione viene nascosta, difesa, tenuta per sé e condivisa, mostrata, come un fiume in piena, solo a chi ti conosce bene al limite di chiedere, durante il rapimento, i risultati del Genoa.

"Il Grifone fragile" del titolo è un libro uscito l'anno scorso, bellissimo, sul grande cantautore genovese e sulla sua grande passione per il Genoa. Un amore e una dedizione esemplari, che parecchi anche tra noi, atalantini, che tanto ci vantiamo dell'attaccamento ai nostri colori, non saremmo capaci di dedicare alla nostra squadra. 

Perché dico questo? Per evidenziare il fatto che, forse, il Genoa, con la sua storia, i suoi personaggi, i suoi tifosi è portatore di valori universali che vanno al di là del calcio giocato.

Anche quando si mischia alla genovesità: riservati, schivi, ma caldi ed “espansivi” con i propri simili. Un po', noi bergamaschi, ci assomigliamo a loro, tanto da esserci gemellati con la Doria, proprio perchè ci si sposa con qualcuno di diverso, il piu' delle volte almeno, piuttosto che con qualcuno uguale a te. 

Il genoano soffre, pesa il risultato del campo, ma quello che conta è l’origine, la radice, l’essere genoani, vivere la genoanità, sentirsi sulle spalle il peso della storia, di quella maglia, della storia del calcio, della storia del paese, della città e del suo retroterra. Bergamo un po' come Genova, certo su scala diversa (anche nel calcio, quando mai abbiamo scudetti alle spalle anche se di un secolo fa?) 

Noi siamo la provinciale con piu' storia, loro la storia l'hanno iniziata andandosi a vincere quasi tutti i primi scudetti del nuovo sport, alla fine del XIX secolo.

Domani, giorno della Befana, ci incontriamo per la medesima volta con loro. Niente doni per noi. Nè in campo, da tempo non c'e' piu il numero 27/72, nè sugli spalti perchè la parte poco sana del nostro tifo si è messa la dita nel naso un po' troppe volte per non suscitare ribrezzo in certi ambienti.

Godiamoci la partita fregandocene dei pronostici. Fu la prima partita in campionato di Maxi 3 anni fa, fece due gol e faville da stropicciarci gli occhi a noi che non lo conoscevamo. Poi torno' sulla terra e noi con lui ma il Picinela è ancora uno dei punti di forza dell'Atalanta non trascendentale di quest'anno. Forza ragazzi!

di Calep

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