lunedì 26 settembre 2016

«Mi piace parlare della casa che mi ha visto bambina.
Spesso, quando sono a Roma, passo sotto le finestre e le guardo. Ho voglia di salire i quattro piani, di bussare alla porta e dire: Buongiorno, sono nata qui, posso entrare? Avrei una voglia matta di comprarla, quella casa. Lo farò. Sarà come entrare nuovamente nel grembo di mia madre.
Una così bella casa, sul Campidoglio, con vista sul Palatino! Sì, sarà come ricominciare a vivere.
La mia stanza era là, alla seconda finestra a destra. Che bella la mia cameretta. Era tutto, per me. Così semplice, così ordinata. La pulivo tutti i giorni; volevo che fosse come un castello. In quella stanza ero sola al mondo, imparavo che cosa significa la solitudine. Allungata sul letto, gli occhi chiusi, sognavo. Era il mio gioco preferito. Sono al mare. C è il sole, ci sono le onde, la sabbia è calda. Adesso piove, e la terra emana il suo inconfondibile odore di terra. Viaggiavo molto lontano con la mia fantasia. Attraversavo muri, scalavo montagne, camminavo, camminavo, senza che nessuno potesse fermarmi…»


(Anna Magnani - tratto da “Anna Magnani. La Biografia” di M. Hochkofler)

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