lunedì 17 giugno 2013

De André, poeta con il Genoa nel cuore

Fabrizio De André ha amato molto la musica, la poesia, la sua famiglia. E il Genoa. A spulciarne la produzione musicale non si trova traccia di questo suo amore viscerale, e non è una contraddizione. È proprio perché l'amore per la sua squadra era troppo profondo e lo coinvolgeva fin nell'intimo che il cantante genovese non è mai stato in grado di scriverne e di trasformarlo in musica: non c'era la distanza sufficiente, «Perché per fare canzoni bisogna conservare il giusto distacco verso quello che scrivi, invece il Genoa mi coinvolge troppo». De André se n'è andato nel 1999, ed è stato cremato con addosso la sciarpa rossoblù. La Gradinata Nord, la parte più tosta della tifoseria genoana, ha fatto di una delle canzoni dell'artista, la struggente Creuza de ma, il suo inno calcistico, cantato sventolando la bandiera col profilo di Faber. Un legame forte, un vincolo indissolubile: «Sono nato genoano", scrive nelle sue agende il cantautore ligure, come se il Genoa lo portasse nel sangue. Questo grande amore è racchiuso nei ricordi di chi De André l'ha conosciuto e sapeva bene che nelle domeniche di campionato la sua domanda più frequente, se non poteva seguire direttamente la partita, era «Cossa l'ha faetu o Zena?», cosa ha fatto il Genoa? Lo chiedeva persino ai suoi carcerieri nei lunghi mesi del sequestro, suo e della moglie Dori Ghezzi, nel 1979: un appiglio alla vita reale, quella fuori dall'Hotel Supramonte, la canzone che parla proprio della terribile reclusione sarda. «Ho una malattia», dichiarò durante uno dei suoi concerti, facendo ammutolire il pubblico. Poi tirò fuori la sciarpa rossoblù e aggiunse: «La mia malattia si chiama Genoa». Il tifo per il Genoa è anche di più, è una «fede laica», scrive De André fra gli appunti che hanno servito da guida al giornalista romano Tonino Cagnucci per scrivere questo libro di sport e di poesia: Il Grifone fragile. Fabrizio De André: storia di un tifoso del Genoa (Lìmina, 16,90 euro). Il Grifone è il simbolo del Genoa ma è anche Fabrizio De André: la forza del leone, tutta racchiusa nelle parole delle sue canzoni-poesie; il vigore dell'aquila, dentro la sua musica. E la fragilità d'artista, pazzo d'amore per la sua squadra del cuore.

Articolo di Annalisa Celeghin per La Tribuna di Treviso

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