lunedì 10 giugno 2013

De Andrè e il suo Genoa



DE ANDRÈ E IL GENOA





Fabrizio De Andrè che si fa cremare con la sciarpa del Genoa; che confessa di tifare rossoblù «da prima della nascita», che chiede in una letterina a Gesù Bambino - tra un vestito da cow boy e i soldatini con il carro armato - una divisa da giocatore del Genoa; che annota con una scrittura attenta e chiarissima le formazioni del suo "Zena", le classifiche del campionato, i marcatori; che confessa in una intervista che durante il periodo del rapimento uno dei suoi giorni peggiori fu quando sentì alla radio che i rossoblù avevano perso a Terni. E' davvero un libro splendido, questo di Cagnucci - che già si era fatto apprezzare per una biografia su Daniele De Rossi - che coniuga due passioni, per il grande Faber e per il calcio. Un rapporto molto stretto, tra il cantautore poeta e il Genoa («non posso scrivere del Genoa perché sono troppo coinvolto, l'inno non lo faccio perché non mi piacciono le marce e perché niente può superare i cori della Gradinata Nord») che viene ricostruito attraverso le sue opere e le testimonianze di amici, parenti, protagonisti di quegli anni. Così Gianfranco Zigoni ostenta giustamente l'orgoglio di essere stato uno dei miti sportivi di De Andrè, mentre Paolo Villaggio - tifoso della Sampdoria - non si rassegna al credo genoano del grande amico e Dori Ghezzi ci parla di quando il suo Fabrizio ricordava con soddisfazione di «avere vinto nove scudetti». Tra canzoni ormai immortali e brani di interviste (la sua prima partita a Marassi? Genoa-Torino 2-3 del 1947), anche uno straordinario inserto fotografico inedito, con le pagine delle agende - conservate a Siena, nel Centro Studi De Andrè - dove erano raccolti pensieri sparsi sulle canzoni e sul calcio, e soprattutto sul suo Genoa.

IL GRIFONE FRAGILE; Fabrizio De Andrè: storia di un tifoso del Genoa; Limina Edizioni, 171 pagine, 16,90 euro.

Articolo di Massimo Grilli per il Corriere dello Sport


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