mercoledì 5 giugno 2013

“Toglietemi pure la libertà ma ditemi cosa ha fatto il Genoa”


 La grande passione di De André per il “Grifone”, rievocata dal giornalista Tonino Cagnucci


Il 27 agosto del 1979 ebbe inizio una di quelle vicende di cronaca destinate a tenere tutta l’Italia incollata ai giornali. Alle nove e mezzo di sera vengono rapiti, dalla loro casa in Sardegna, Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Saranno liberati il 21 dicembre dello stesso anno, dopo quasi quattro mesi di prigionia e isolamento quasi totale. Quasi. Lo racconta Dori Ghezzi: «Noi in prigionia praticamente non potevamo fare nulla, non ci davano la possibilità né di leggere i giornali, né di ascoltare la radio. Però se il Genoa vinceva o perdeva quello ce lo dicevano. Perché? Perché lo chiedeva Fabrizio! ‘Ditemi che ha fatto il Genoa’. Era una delle poche soddisfazioni che c’erano concesse».

«Dimme n’ po’: cossa l’ha faetu o Zena?». Ce le racconta Tonino Cagnucci, giornalista e tifoso della Roma, questa e altre storie, in un volume appena uscito per i tipi di Limina: Il Grifone fragile. Fabrizio De André: storia di un tifoso del Genoa. Cagnucci ha setacciato l’archivio del Centro Studi De André, che sta all’università di Siena: lì ci sono appunti, lettere e letterine, fogli volanti, soprattutto storie, per chi ha voglia di leggere. E questa storia d’amore, un po’ segreta, destinata a conquistare gli appassionati di De André e gli appassionati di calcio, ma anche e soprattutto quelli che vorranno scoprire uno dei modi di amare del cantautore più celebrato del secolo scorso. La fragilità è spesso il versante più suggestivo e poetico di molti sport, senz’altro più convincente, per i lettori ma anche per certi tifosi, del risvolto muscolare che ha colonizzato specialmente in tempi recenti il calcio e non solo. È l’amore per quel che è fragile che ci fa appassionare a Garrincha e a Van Basten, a Marilyn Monroe e Kurt Cobain, a Zigoni e Meroni, per tornare a Genova e al Genoa, la squadra che da quasi un secolo “va per uno”. Ce ne ha parlato De André, con le sue canzoni e il suo modo di essere, e oggi ce ne parla questo libro che, nella vastissima agiografia dedicata all’artista, si segnala per originalità e poesia, nel rammentarci che “spesso l’amore più grande è nascosto”.


Articolo di Francesco Zardo per La Èco del 04.06.2013

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